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Smart working: che cos’è e a che punto è l’Italia?

In questo periodo in cui quasi tutti sono obbligati a stare a casa, causa pandemia, abbiamo adottato la pratica dello smart working. 

C’è chi lo storpia, c’è chi crede sia un mestiere, lo smart working non è altro che “lavoro agile, intelligente”, tradotto letteralmente. Pratica molto diffusa in Olanda alla fine degli anni Novanta, è sbarcata successivamente in Australia e Nord-Europa. In Italia abbiamo potuto assaggiare un po’ di smart working proprio quest’anno, a causa del covid-19, nonostante se ne parli dal 2014.

Che cos’è lo smart working?

Lo smart working è stato definito nell’ordinamento italiano come: 

una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Ma è il telelavoro! No, la risposta che ti diamo è no. Non si tratta di un’evoluzione del telelavoro ma molto di più. L’ufficio diventa il luogo d’incontro, le tecnologie facilitano la collaborazione e pertanto devono garantire massima flessibilità e mobilità, le persone devono essere responsabilizzate e gestite per obiettivi attraverso un rapporto fiduciario tra colleghi e con manager per agevolare produttività e benessere (fonte: Spremute Digitali). Ciò comporta, ovviamente, uno stravolgimento culturale, un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali.

Quali sono i benefici del “lavoro agile”?

Sono numerosi i benefici dati dallo smart working:

  • riduzione delle emissioni di agenti inquinanti
  • aumento della produttività
  • riduzione delle assenze per malattia
  • poter realizzare un migliore work-life balance

Invece i rischi potrebbero essere:

  • ridotta capacità di trasferimento delle informazioni tra la forza lavoro
  • isolamento sociale del lavoratore
  • difficoltà di separazione tra vita personale ed attività lavorativa

Smart working e Corovirus: quali sono le novità introdotte?

Per comprendere al meglio le novità del 2020, dobbiamo fare un salto nel passato, precisamente nel 2014, quando è stato emanato il Decreto Madia. In questa occasione vengono introdotte le nuove misure per la promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il Decreto prevede che la pubblica amministrazione adotti misure volte a:

  • fissare obiettivi per l’attuazione del lavoro agile, con l’obiettivo di raggiungere il 10% del personale coinvolto entro tre anni;
  • sperimentare il lavoro agile anche al fine di favorire la conciliazione vita lavoro;
  • garantire che i dipendenti che si avvalgono del lavoro agile non subiscano penalizzazioni economiche e di progressione di carriera;
  • valorizzare il personale e le risorse strumentali disponibili per migliorare produttività ed efficienza;
  • responsabilizzare la dirigenza anche rafforzando i sistemi di misurazione e valutazione delle performance.

(Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica)

Nel 2017 una legge ha delineato maggiormente le misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato. Le nuove norme si applicano a tutte le forme di lavoro subordinato, sia per le imprese, sia per le amministrazioni pubbliche.

Per favorire la piena attuazione delle disposizioni di legge per la pubblica amministrazione la Presidenza del Consiglio ha emanato il 26 giugno del 2017 le linee guida in materia di promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Gli aspetti di maggior rilievo della Direttiva riguardano:

  • Gli obiettivi numerici da raggiungere (il 10% entro 3 anni).
  • La misurazione della performance organizzativa e valutazione del management.
  • Gli aspetti organizzativi, di relazioni sindacali e di monitoraggio.
  • Le infrastrutture informatiche abilitanti e sicurezza dei dati.
  • La sperimentazione di forme di lavoro agili (che affianchino il telelavoro ed il delocalizzato).
  • La gestione della sicurezza sul lavoro.

(Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica)

Disposizioni 2020 per il Covid-19

Le novità introdotte quest’anno a causa del nuovo Coronavirus favoriscono l’adozione dello smart working semplificando alcune disposizione della Legge del 2017. Il D.P.C.M. 1 marzo 2020 stabilisce che fino a luglio 2020 il lavoro agile può essere applicato da tutti i datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali e che l’obbligo di informativa sulla sicurezza dei lavoratori può essere assolto in modalità telematica anche ricorrendo alla documentazione presente sul sito INAIL.

Con il Decreto Legge 2 marzo 2020, n.9 per le Amministrazioni Pubbliche sono state snellite le procedure di acquisizione di beni informatici, ed il lavoro agile, con la modifica all’art.14 comma 1 della L.7 agosto 2015,n. 124, ha cessato di essere una misura sperimentale.

Tali misure sono state riprese dalla Circolare n. 1 del 2020 del Ministro della PA che prevede: “il ricorso, in via prioritaria, al lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un’ottica di progressivo superamento del telelavoro”. Infine la Direttiva n. 2.del 2020 dello stesso Ministero ha ribadito il “ricorso al lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa”.

(fonti: Wikipedia, lavoro.gov, gazzetta ufficiale, funzionepubblica.gov)

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